Pubblicato il: 30/08/2023
È stato approvato l’emendamento del disegno legge del 27 luglio 2023 contro la vendita dei prodotti liquidi delle sigarette elettroniche
Il governo, nelle veci del viceministro all’economia Maurizio Leo (FDI) ha presentato un emendamento al Disegno di Legge “Delega al governo per la riforma fiscale” che estende il divieto di vendita a distanza di prodotti per lo svapo non solo transfrontaliero ma anche sul territorio dello Stato.
La proposta inizialmente non ha trovato consensi concordi, infatti la Lega ha presentato un subemendamento che, se passato, avrebbe mantenuto la situazione invariata.
Inizialmente la Commissione Finanze del Senato aveva accantonato l’emendamento proposto dai membri del partito FDI per un’accurata riflessione in merito e un’eventuale riformulazione, ma nel pomeriggio del 27 luglio scorso l’emendamento è stato inserito nella lista degli emendamenti riformulati e sottoposto a votazione senza subire in realtà alcuna modifica.
Il decreto è stato perciò approvato, quindi il divieto diventerà operativo al termine dell’iter legislativo.
Le conseguenze catastrofiche del divieto di vendita online dei liquidi per sigaretta elettronica sono tante:
- aumento del mercato illecito a causa della scomparsa della vendita autorizzata
- aumento dei rischi per i consumatori a causa dell’incremento di prodotti non certificati
- aumento del rischio per la tutela dei minori a causa di un mercato illecito incontrollabile
Una denuncia che arriva dagli operatori nel settore dell’e-commerce per liquidi e prodotti da svapo contenenti nicotina ed è sintomatica di una situazione che vede il settore in questione estremamente a rischio.
Dati e confronti tra i mercati europei delle sigarette elettroniche
Il mercato delle sigarette elettroniche attualmente conta un milione di consumatori.
Secondo gli ultimi dati Instat, pubblicati tra gli altri anche su La Stampa a gennaio del 2023, il consumo della sigaretta elettronica è in costante crescita.
L’Instat ha iniziato dal 2014 a rilevare l’uso della sigaretta elettronica e, dal 2021, quello dei prodotti a tabacco riscaldato.
“Nel periodo che va dal 2014 al 2021 l’uso della sigaretta elettronica è aumentato lentamente e costantemente. Si tratta di un’abitudine in evoluzione che risente sia delle continue innovazioni di prodotto e di mercato, sia dell’introduzione di altri prodotti alternativi al fumo di sigaretta. Nel 2014, il primo anno nel quale l’Istat ha cominciato a rilevare l’uso di questi dispositivi, gli utilizzatori di 14 anni e più erano circa 800mila. Via via nel tempo si è assistito a un aumento, specialmente a partire dal 2017, fino ad arrivare nel 2021 a quasi un milione e mezzo di persone di 14 anni e più. L’aumento nel tempo ha riguardato sia gli uomini che le donne, con livelli tra gli utilizzatori di entrambi i sessi che si sono più raddoppiati nell’arco di quasi 10 anni.
Nei primi anni in cui l’Istat ha rilevato il fenomeno emergeva una maggiore diffusione di questa tipologia di consumo nei centri delle aree metropolitane e delle loro periferie rispetto ai centri di piccole dimensioni, ma negli ultimi anni questa differenza si è ridotta.”
L’articolo in questione su La Stampa parla di un aumento lento ma costante della sigaretta elettronica e pone l’attenzione su quanto anche e soprattutto i più giovani siano invogliati ad acquistare questi prodotti piuttosto che le sigarette tradizionali, delle quali ormai sono noti a tutti gli effetti nocivi sull’organismo.
Eppure, sembra che lo Stato non voglia aiutare questo mercato a crescere, ma invece tenta di ostacolarlo, limitandone lo sviluppo.
L’emendamento votato in Parlamento ha l’obiettivo di vietare totalmente il commercio online dei liquidi da svapo e dei prodotti correlati, unica eccezione rimane per gli aromi, le sigarette usa e getta, le basi e le ricariche che non contengono nicotina, le quali rimarranno acquistabili online ma con spedizione e conseguente ritiro presso alcuni punti vendita fisici.
Eppure va detto che l’Italia non è l’unico paese in cui si propone un disegno legge così severo per il commercio delle sigarette elettroniche.
Anche in Francia, dove per altro il mercato delle e-cig solo nel 2021 ha fatturato circa un miliardo di euro, vuole vietare questi dispositivi entro la fine del 2023.
Lo ha asserito il Ministro della Salute francese François Braun: “Sono assolutamente favorevole a un divieto”, ha confidato Braun all’emittente France Inter, aggiungendo anche come i dispositivi inducano “alcuni dei nostri giovani a usare il tabacco”.
Il piano per la Francia è quello di porre una stretta sulle sigarette elettroniche in generale, cominciando da quelle “usa e getta”, che verranno appunto vietate integralmente nella relativa vendita su tutto il territorio nazionale, poiché secondo gli esperti francesi del Ministero della Salute, l’utilizzo generalizzato e sempre più dilatato delle e-cig sarebbe da mettere in diretta relazione ad un futuro di dipendenza del tabacco.
Invece in Finlandia, paese per antonomasia contro il tabagismo, le regole per definire i limiti delle sigarette elettroniche sono piuttosto nette. Per quanto sia lecito possedere e vendere questi dispositivi, esistono restrizioni che ne vietano la pubblicità, o gli aromi e additivi. In più l’uso è proibito nei luoghi in cui è vietato fumare, compresi i veicoli in cui è presente un minore di età inferiore a 15 anni.
In Regno Unito la situazione è piuttosto diversa, dato che il governo si mostra estremamente aperto all’utilizzo delle sigarette elettroniche, al punto che nel 2021 è stata proposta dal governo di Boris Jhonson la volontà di autorizzare la prescrizione delle e-cigarette come dispositivo antifumo, anche attraverso sovvenzioni economiche favorevoli per i fumatori.
Per quanto, va detto, sembrerebbe che la misura non si sia concretizzata, il Regno Unito resta comunque un paese rivoluzionario per la mentalità che dimostra di avere nei confronti di questi dispositivi, che continuano ad essere visti come anti-fumo, nell’ottica della più grande volontà di rendere il paese libero dal fumo entro il 2030, compensando il tabagismo con prodotti a rischio ridotto, come appunto le sigarette elettroniche.
Le controversie di una manovra confusionaria
Ma torniamo in Italia, dove come si può leggere nel testo dell’emendamento, la volontà di chiudere il canale online di vendita è conseguente alla volontà di contrastare la vendita illecita dei prodotti, di tutelare i consumatori in generale e i minori, e in ultimo, ma non per importanza, di tutelare le casse statali.
I politici, tutti facenti parte del partito FDI (Fratelli d’Italia), firmatari dell’emendamento, per motivare la loro decisione, hanno posto l’accento sulla volontà di riformare in modo più stringente il settore web italiano di sigarette elettroniche.
Appare in questo caso confusionaria la spinta alla manovra, poiché esistono già delle norme che regolano il mercato online e tutelano i consumatori.
Tutti gli shop online di svapo, infatti, da oltre un anno hanno dovuto aprire un Deposito Fiscale, ovvero un magazzino separato in cui stoccare tutti i prodotti in vendita, ovvero i liquidi pronti, i booster di nicotina, le sigarette usa e getta e le pod precaricate, che da gennaio 2022 possono essere venduti esclusivamente se dotati di tassello fiscale, il sigillo che attesta la loro appartenenza al Monopolio di Stato, gestito da ADM (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli).
Ogni quindici giorni tutti gli e-commerce sono obbligati a comunicare le transazioni dei prodotti dal Deposito Fiscale, oltre che a pagare le varie tasse puntualmente.
Questo iter è da intendersi sia per i produttori che per i distributori, che non possono commerciare prodotti a meno che questi non siano inseriti nel registro ADM (Agenzia delle dogane e dei monopoli) e non siano dotati di un apposito codice per la vendita.
Per quanto riguarda la tutela dei minori, come sappiamo, esiste già l’obbligo di fornire la copia del proprio documento di identità per poter essere abilitati all’acquisto online dei liquidi di sigaretta elettronica.
I motivi apportati dai politici per l’entrata in vigore e l’approvazione dell’emendamento non sono quindi soddisfacenti affinché questo possa essere giudicato corretto.
Tale misura risulta perciò unicamente invalidante per l’intero mercato delle sigarette elettroniche.
Conclusione
A chiusura di questo articolo è da evidenziare come la manovra, che sarà attuata tra qualche settimana, vieterà quindi la vendita sul web di liquidi e sigarette elettroniche usa e getta con nicotina.
La decisione è stata accolta con plauso generale dalla FIT (Federazione Italiana dei Tabaccai) che ha rivendicato il monopolio del mercato del tabacco, attraverso la voce di Mario Antonelli, presidente della FIT, il quale in un comunicato stampa a commento del provvedimento governativo ha asserito: “Il divieto di vendita on line di sigarette elettroniche usa e getta contenenti nicotina è un nostro grande successo che consolida la rete delle tabaccherie presidio di legalità a tutela dell’Erario, dei cittadini e dei minori”.
Non c’è spazio ad interpretazioni, resta senz’altro la certezza che i tabaccai saranno gli unici attori della vicenda a trarne giovamento.