Modificato il: 14/05/2024
È considerata uno strumento molto efficace a contrastare il vizio del fumo e i dati sembrano confermarlo
La sigaretta elettronica come strumento principe della lotta al tabagismo? La risposta è sì e la conferma arriva da uno dei paesi che combatte tenacemente il vizio del fumo: la Nuova Zelanda.
Da qualche anno a questa parte, il governo neozelandese sta applicando una politica di riduzione del danno e, in quest’ottica, la sigaretta elettronica diventa un dispositivo utile per allontanare le persone dalla sigaretta tradizionale, i cui effetti negativi sull’organismo sono ben noti e decisamente maggiori rispetto a quelli provocati dalla e-cig.
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Nuova Zelanda: le leggi contro il fumo e la dura lotta al tabacco
La Nuova Zelanda da anni conduce una lotta serrata al fumo di sigaretta. È di qualche mese fa la legge che vieta ai nati dal 1° gennaio 2009 di acquistare sigarette: i quattordicenni, dunque, non potranno acquistare né sigarette né altri prodotti da tabacco.
Il Parlamento neozelandese ha approvato a larga maggioranza la legge durante lo scorso dicembre: sono stati ben 76 i voti a favore di quella che vuol essere un passaggio fondamentale per raggiungere un obiettivo ambizioso, quello di diventare un paese smoke free entro il 2025.
Oltre al divieto di vendita di sigarette ai 2009, la legge prevede altre misure volte a contrastare il fumo da sigaretta e la dipendenza da nicotina: la vendita sarà consentita solo a relativamente pochi esercizi specializzati (da 6000 si passerà a soli 600 tabaccherie autorizzate) e verrà ridotta la quantità di nicotina nei prodotti da tabacco. A questo aggiungiamo che la tassazione sulle sigarette già da tempo era aumentata in modo drastico.
Dopo il Bhutan, paese che ha vietato del tutto la vendita di sigarette nel paese, la Nuova Zelanda si appresta a diventare il paese più restrittivo nei confronti del fumo. In quest’ottica, un po’ come ha fatto l’Inghilterra, il governo neozelandese considera la sigaretta elettronica come uno strumento chiave per portare all’abbandono definitivo del fumo da tabacco combusto o riscaldato.
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Perché la Nuova Zelanda considera la sigaretta elettronica uno strumento fondamentale contro il fumo
In un contesto come quello descritto, il governo neozelandese sta usando tutti gli strumenti possibili per contrastare il fumo da sigaretta e gli enormi danni provocati sia alla salute delle persone, sia all’economia del paese.
Già dal 2019 la Nuova Zelanda ha inserito i dispositivi per il vaping tra gli strumenti più utili a combattere la dipendenza dalle sigarette, pur sottilineando che svapare non sia completamente innocuo. Tuttavia, l’azione del governo è tesa a ridurre il danno senza affidarsi al proibizionismo tout court.
In questo senso, i dati danno ragione alla Nuova Zelanda. Lo scorso anno il paese ha infatti registrato il minimo storico di fumatori: dal 9,4% del 2021 si è infatti passati all’8% del 2022, oltre un punto percentuale in meno. Se pensiamo che nel 2012 i fumatori neozelandesi erano oltre il 16%, ecco che l’efficacia delle politiche antifumo del governo appare in tutta la sua evidenza.
Nel 2022, inoltre, il numero di svapatori ha superato quello dei fumatori: 8,3% contro 8%. Un successo se consideriamo che il vaping ha un profilo di sicurezza molto più elevato delle sigarette, come dichiarato anche dal direttore di Ash (Action on Smoking and Health): “Bisogna ricordare che svapare rappresenta solo una piccola frazione di rischio rispetto al fumo di sigaretta. 55mila persone in meno fumano rispetto allo scorso anno: migliaia di persone potrebbero così evitare il cancro e le malattie cardiache”.
La Nuova Zelanda, dati alla mano, ha deciso dunque di usare la sigaretta elettronica per spingere i fumatori a lasciare da parte il tabacco combusto e portare all’abbandono del vizio del fumo. Il Ministero della Salute, a tale scopo, ha inserito l’e-cig nei percorsi studiati per aiutare i fumatori a smettere di fumare.
È stata l’ex primo ministro Jacinta Ardern ad affermare, un anno fa circa, il ruolo cruciale del vaping nella lotta al fumo: “Sappiamo che la sigaretta elettronica sta facendo la differenza, è uno strumento importante”.
Alle parole dell’ex premier si sono aggiunte quelle di Nancy Loucas, una delle fondatrici di Aotearoa Vapers Community Advocacy: “Se altri paesi hanno patito un aumento del tasso di fumo durante il Covid, il nostro Ministero della Salute ha adottato una strategia di riduzione del danno, spingendo i fumatori a passare all’e-cig come strumento sicuro ed efficace per smettere di fumare”.
A conferma c’è un ulteriore dato che fa ben sperare: l’80% degli ex fumatori neozelandesi ha affermato che la sigaretta elettronica li ha aiutati ad abbandonare le “bionde”.
In conclusione
Sebbene non sia innocua, la sigaretta elettronica causa molti meno danni della sigaretta tradizionale e può rappresentare uno strumento utilissimo nella lotta contro il fumo.
La scelta della Nuova Zelanda, uno dei paesi più ferrei nel combattere il tabagismo, lo dimostra: i fumatori sono diminuiti, gli svapatori aumentati e in tanti sostengono che la sigaretta elettronica li abbia aiutati ad abbandonare il tabacco.
Molti paesi dovrebbero prendere paesi come l’Inghilterra e la Nuova Zelanda come esempi virtuosi nella dura lotta contro il fumo di sigaretta, una delle principali cause di morte al mondo.